I dervisci rotanti alla Sapienza


Il prossimo 25 settembre, alle ore 18, nell’Aula Magna del Rettorato, a cura del CEMAS - Centro Studi Eurasiatici BAU, con la cooperazione dell’Ambasciata di Turchia Presso la Santa Sede, del Dottorato di Storia d'Europa dell'Associazione PuntoeAccapo, la Sapienza ospiterà il Sema Ensemble della Fondazione Internazionale Mevlana, in tournée  sotto il patrocinio del Ministero della Cultura e del Turismo turco, che eseguirà il sema (danza cerimoniale della confraternita mistica mevlevi - i cosiddetti dervisci danzanti).
Per assistere è obbligatorio prenotare compilando l'apposito FORM.
La cerimonia, detta sema, simboleggia l'abbandono del sé e la comunione tra cielo e terra ed è tra le espressioni più profonde e suggestive del pensiero mistico in ambito islamico. Questa danza rituale contraddistingue la confraternita mistica fondata nel XIII secolo a Konya, in Anatolia, dal grande teologo e poeta turco Celaleddin Rumi Mevlana. La Fondazione Internazionale che porta il suo nome ne conserva il sapiente messaggio, che la Sapienza, prima università di Roma, volentieri trasmette agli studenti, alla comunità scientifica e agli ospiti.



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R. Sciarrone, L'Italia nella Triplice Alleanza. Politica e sistema militare, Aracne, Roma 2014

Le alleanze militari e le trame diplomatiche costituirono lo sfondo entro il quale s'inserirono le riforme che lo Stato Maggiore italiano produsse dal 1871 al 1914. Queste, mutarono il volto dell'esercito italiano che da anello debole dell'alleanza con gli Imperi centrali (Triplice Alleanza) divenne l'ago della bilancia nello scontro che si andava a profilare tra i due blocchi di potenze contrapposti. Alla vigilia dello scoppio della Grande Guerra l'Italia aveva migliorato il proprio apparato militare e dato una fisionomia più dinamica e "vicina" agli eserciti delle maggiori potenze continentali dell'epoca. Il 23 maggio 1915 il Regno d'Italia avrebbe dichiarato guerra all'Impero austro-ungarico, aprendo il fronte italo-austriaco: seicento chilometri di trincee che andavano dai tremila metri dell'Ortles al mare Adriatico, partecipando alla più grande guerra di posizione di ogni epoca. 






Roberto Sciarrone svolge attività di ricerca presso il dipartimento di Storia Culture Religioni della “Sapienza” Strategie militari franco-tedesche a confronto (1905-1913), Nuova Cultura, Roma, 2013 e La Repubblica di Weimar nei documenti del Servizio Informazioni Militare, Nuova Cultura, Roma, 2013. Si occupa di politica estera italiana dall’unità alla prima guerra mondiale, su cui ha pubblicato numerosi saggi.
Università di Roma. È dottore di ricerca in Storia dell’Europa. Collabora con la cattedra di Storia dell’Europa Orientale e con l’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. È inoltre membro dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano e Segretario del Centro Studi Eurasiatici Università Bahçeşehir (BAU). Ha già pubblicato









Antonello Battaglia, Sicilia contesa. Separatismo, guerra e mafia, Salerno, Roma 2014



Il separatismo siciliano, ripetutamente evocato dai moti insurrezionali che nel corso dei secoli  hanno interessato la storia dell’isola, ebbe la sua più vasta diffusione, e i suoi più inquietanti sviluppi, tra il 1943 e il 1950. Tra la primavera e l’estate del 1943, alla vigilia dello sbarco alleato, venne fondato il Comitato provvisorio per l’Indipendenza, sedicente portavoce delle aspirazione  del popolo siciliano. Il vuoto politico seguito alla caduta del fascismo permise al movimento di proporsi come corrente di rinnovamento ottenendo il consenso di una popolazione affamata e stremata dalla guerra. Nel febbraio del’44 la riconsegna dell’isola all’Italia da parte degli Alleati e la decisa risposta dello Stato alle istanze siciliane portarono ad un inasprimento della lotta che si tramutò ben presto nell’apertura di un fronte interno, tutto siciliano, tra il Regio Esercito e i “guerriglieri” indipendentisti. I rastrellamenti e le battaglie campali ridimensionarono l’eversione secessionista; fu intavolata una trattativa segreta tra Stato e separatisti che avrebbe portato alla concessione dell’autonomia siciliana. Negli anni successivi l’isola fu governata, quasi ininterrottamente, dalla DC ma, nonostante il nuovo assetto politico foriero di speranze, l’agognata crescita economica non ci fu. L’autonomia, associata non di rado al federalismo, è ancora oggi al centro di un ampio dibattito, in una fase storica caratterizzata da una crescente sfiducia nei confronti dello Stato e dalla nascita di movimenti che rivendicano l’indipendenza. Come nel Nord Italia, anche in Sicilia iniziano a serpeggiare e a ridestarsi timide simpatie filo-separatiste. 

Antonello Battaglia
Antonello Battaglia, Dottore di Ricerca in Storia dell'Europa, insegna Storia delle Relazioni Internazionali all'Università di Roma, La Sapienza. Si è occupato di separatismo siiliano e di Risorgimento italiano. Tra i suoi lavori, da ricordare Il Risorgimento sul mare. La campagna navale del 1860-1861, Roma 2012; I rapporti italo-francesi e le linee d'invasione transalpina (1848-1881), Roma 2013; La capitale contesa. Roma, Firenze e la Convenzione di Settembre (1864), Roma 2013.